"… in fila per sei, col resto di due."
Io -a giudicare dai copiosi auguri- e la canzone citata godiamo ancora di una discreta popolarità.
E, nel caso della canzone, non è neanche immeritata.
30 Mar
"… in fila per sei, col resto di due."
Io -a giudicare dai copiosi auguri- e la canzone citata godiamo ancora di una discreta popolarità.
E, nel caso della canzone, non è neanche immeritata.
25 Mar
25 Mar
Tuttavia, per rimanere in ambito di pubblicità e farmaceutici, il dibattito è un po’ meno teorico di come l’ho posto io. E’ infatti un tema caldo negli Stati Uniti la sospetta larga diffusione di sindromi e malattie per le quali in tv, grazie ad una regolamentazione liberalissima e dissennata, le case farmaceutiche pubblicizzano le proprie soluzioni. A detta di molti, e col supporto di inconfutabili dati statistici, la pubblicità creerebbe la convinzione di soffrire di una malattia di cui non si soffre affatto –o si soffre di altro- grazie alla continua e accattivante proposizione della soluzione farmaceutica.
20 Mar
Secondo Papa Ratzinger, il preservativo contro l’Aids non è lo strumento giusto (suppongo che quello giusto sia confessarsi e accendere un cero); e guarda caso non lo va a dire durante una visita pastorale in Olanda, ma in Africa.
Berlusconi, dal canto suo, lo difende dalle polemiche, affermando –non potendo dire che è stato frainteso da una stampa sinistroide, quella è la SUA scusa e ne è geloso- che il pontefice ha espresso una posizione in linea col suo ruolo. Che deve essere quello di sparare cazzate, arguiamo. Giuro che una critica così radicale, travestita da appoggio, non l’avrei pensata neppure io.
Di tutto l’argomento, troppo ritrito perché si possa dirne ancora qualcosa che non sia già stato detto, mi preme solo sottolineare una cosa: che tanto il tedesco quanto lo stra-italiano condividono due cose.
La prima è che entrambi parlano in nome di una superiore idelogia teocratica: Dio per il Papa, Dio anche per Berlusconi, con la precisazione che si tratta di lui.
La seconda è che –in nome dell’ideologia suprema- si può dire qualunque cosa, in barba alle conseguenze. In altre parole, nessuno dei due si pone problemi di responsabilità.
Per forza vanno d’accordo.
Peraltro, il Papa ha anche parlato della ricchezza come falso obbiettivo e di cure gratis per l’Aids, ma su questo tanto i mass-media quanto Berlusconi fanno un tantino i vaghi.
20 Mar
Secondo Papa Ratzinger, il preservativo contro l’Aids non è lo strumento giusto (suppongo che quello giusto sia confessarsi e accendere un cero); e guarda caso non lo va a dire durante una visita pastorale in Olanda, ma in Africa.
Berlusconi, dal canto suo, lo difende dalle polemiche, affermando –non potendo dire che è stato frainteso da una stampa sinistroide, quella è la SUA scusa e ne è geloso- che il pontefice ha espresso una posizione in linea col suo ruolo. Che deve essere quello di sparare cazzate, arguiamo. Giuro che una critica così radicale, travestita da appoggio, non l’avrei pensata neppure io.
Di tutto l’argomento, troppo ritrito perché si possa dirne ancora qualcosa che non sia già stato detto, mi preme solo sottolineare una cosa: che tanto il tedesco quanto lo stra-italiano condividono due cose.
La prima è che entrambi parlano in nome di una superiore idelogia teocratica: Dio per il Papa, Dio anche per Berlusconi, con la precisazione che si tratta di lui.
La seconda è che –in nome dell’ideologia suprema- si può dire qualunque cosa, in barba alle conseguenze. In altre parole, nessuno dei due si pone problemi di responsabilità.
Per forza vanno d’accordo.
Peraltro, il Papa ha anche parlato della ricchezza come falso obbiettivo e di cure gratis per l’Aids, ma su questo tanto i mass-media quanto Berlusconi fanno un tantino i vaghi.
17 Mar
Dalle valli nordiche, il weekend del nostro amato messaggiatore via telefonino.
Mia moglie ha deciso che avremmo fatto un salto a Brixen questo fine settimana e infatti qui mi trovo. Ho colto l’occasione per fare sfoggio dei miei abitucci tirolesi ma l’idea ha generato un fuori programma. Questa mattina mentre mi aggiravo per Bressanone agghindato come una comparsa del film "La Principessa Sissi" sono stato avvicinato da un gruppo di giapponesi che hanno cortesemente insistito per essere fotografati meco. L’avere un marito confuso per un operatore della pro-loco non ha inorgoglito mia moglie la quale ha assunto la medesima espressione della signora Thatcher quando fu informata dell’attacco alle Falkland. Gli indigeni son gentili, lindi, disciplinati e silenziosi. Ma non quando ridono; quando ridono lo fanno di gusto e sono di una ilarità contagiosa. Prorompono in una risata oltre i 130 db. La cucina è sostanziosa ma oltre il III giorno di permanenza i padani , non abituati a tale dieta, hanno un attacco di gotta (modello Enrico VII) con regolamentare alluce a forma di Knödel. Nel caso i una vostra visita vi sconsiglio di assaggiare il pane nero, esso vi ricorderà a lungo di esservi nutrito di lui a causa di un curioso fenomeno da lui generato.
Bressanone II giorno. Fraü Stochner (la sciura/regiura) della GastHaus che ci ha ospitato aveva previsto l’utilizzo di due camere comunicanti. A causa del regime alimentare di queste zone sono stato invitato dalla Lady di ferro a dormire solingo nella stanzina originariamente destinata al bimbo, scoprendo solo questa mattina di essere stato piantonato durante la notte da due Gurka nepalesi. L’obbligo di dimora non ha impedito che avessi una gradevole colazione durante la quale mi son dato un tono leggendo corrucciato il Dolomiten senza capire nulla. La mia signora con il garbo di Giulio II mi ha successivamente comunicato che essendo Brixen sede vescovile avremmo assistito alla funzione in Duomo. Consiglio l’esperienza anche ai volterriani. La funzione viene celebrata in lingua locale priva di sottotitoli pertanto non vi è motivo alcun motivo di essere contrariati. Gli astanti cantano compatti canoni polifonici accompagnati da un organo a 900 canne ed allo scambio del segno di pace siamo stati oggetto di un sorriso e di una stretta di mano. Uscito dal Duomo, vestito da Guardiacaccia della condotta di Vipiteno, ho fatto ingresso in una Stübe. Qui, assistito da un cardiologo bilingue, ho ripreso la abituale dieta tirolese collegato ai più moderni macchinari medici. Al ritorno guida Giulio II. By Appointment of Michele B.
17 Mar
Dalle valli nordiche, il weekend del nostro amato messaggiatore via telefonino.
Mia moglie ha deciso che avremmo fatto un salto a Brixen questo fine settimana e infatti qui mi trovo. Ho colto l’occasione per fare sfoggio dei miei abitucci tirolesi ma l’idea ha generato un fuori programma. Questa mattina mentre mi aggiravo per Bressanone agghindato come una comparsa del film "La Principessa Sissi" sono stato avvicinato da un gruppo di giapponesi che hanno cortesemente insistito per essere fotografati meco. L’avere un marito confuso per un operatore della pro-loco non ha inorgoglito mia moglie la quale ha assunto la medesima espressione della signora Thatcher quando fu informata dell’attacco alle Falkland. Gli indigeni son gentili, lindi, disciplinati e silenziosi. Ma non quando ridono; quando ridono lo fanno di gusto e sono di una ilarità contagiosa. Prorompono in una risata oltre i 130 db. La cucina è sostanziosa ma oltre il III giorno di permanenza i padani , non abituati a tale dieta, hanno un attacco di gotta (modello Enrico VII) con regolamentare alluce a forma di Knödel. Nel caso i una vostra visita vi sconsiglio di assaggiare il pane nero, esso vi ricorderà a lungo di esservi nutrito di lui a causa di un curioso fenomeno da lui generato.
Bressanone II giorno. Fraü Stochner (la sciura/regiura) della GastHaus che ci ha ospitato aveva previsto l’utilizzo di due camere comunicanti. A causa del regime alimentare di queste zone sono stato invitato dalla Lady di ferro a dormire solingo nella stanzina originariamente destinata al bimbo, scoprendo solo questa mattina di essere stato piantonato durante la notte da due Gurka nepalesi. L’obbligo di dimora non ha impedito che avessi una gradevole colazione durante la quale mi son dato un tono leggendo corrucciato il Dolomiten senza capire nulla. La mia signora con il garbo di Giulio II mi ha successivamente comunicato che essendo Brixen sede vescovile avremmo assistito alla funzione in Duomo. Consiglio l’esperienza anche ai volterriani. La funzione viene celebrata in lingua locale priva di sottotitoli pertanto non vi è motivo alcun motivo di essere contrariati. Gli astanti cantano compatti canoni polifonici accompagnati da un organo a 900 canne ed allo scambio del segno di pace siamo stati oggetto di un sorriso e di una stretta di mano. Uscito dal Duomo, vestito da Guardiacaccia della condotta di Vipiteno, ho fatto ingresso in una Stübe. Qui, assistito da un cardiologo bilingue, ho ripreso la abituale dieta tirolese collegato ai più moderni macchinari medici. Al ritorno guida Giulio II. By Appointment of Michele B.